IL CIMITERO DELLE FONTANELLE E LA STORIA DELLE ANIME PEZZENTELLE

Il Cimitero delle Fontanelle la storia, il culto e le leggende delle anime pezzentelle.

Uno dei luoghi più suggestivi di Napoli è sicuramente il Cimitero delle Fontanelle, chiamato in questo modo perché molti anni fa in questa zona si trovavano numerosi fonti d’acqua, poi in seguito vennero collocate delle cave di tufo.
Nel 1656 a Napoli arrivò la peste, che provocò più di trecentomila morti, la città si trovo in seria difficoltà: molti morti e poco spazio per le sepolture, e quel poco di spazio veniva utilizzato per seppellire persone che possedevano i soldi per assicurarsi un posto al cimitero, mentre per chi era povero si decise di utilizzare le cave essendo un luogo isolato. Nel 1836 vennero posti nello stesso luogo anche i cadaveri di persone morte per il colera.


In seguito ad una improvvisa inondazione di una di quelle gallerie, dovuta a giorni di pioggia incessante, le ossa vennero trascinate per le strade della città dall’acqua, gli abitanti non osavano uscire di casa per non avere l’umiliazione di ritrovarsi davanti agli occhi il cadavere di un caro defunto. Le ossa furono raccolte, ma ormai era diventato impossibile capire dai resti a chi appartenessero, così vennero risistemati nella cava come ancora oggi possiamo ammirare nelle grotte. Gli unici due scheletri non anonimi rinvenuti furono quelli di Filippo Carafa conte di Cerreto e di sua moglie Donna Margherita Petrucci, dato che erano riposti in bare coperte da vetri. Il corpo di Donna Margherita è mummificato con la bocca spalancata, per questa caratteristica la leggenda popolare vuole che sia morta soffocata da uno gnocco.
Presto il cimitero delle fontanelle divenne un luogo di culto in cui si svolgeva un particolare rito chiamato “anime pezzentelle” che prevedeva la scelta di un teschio a cui seguiva la sua adorazione.
Il cranio a cui si metteva un rosario al collo, veniva poggiato su dei fazzoletti ricamati per poi essere pulito e lucidato, adornato con fiori e lumini, alcuni teschi furono collocati

CIMITERO DELLE FONTANELLE

in teche di legno, identificate anche con un nome e con una storia che il fedele sosteneva di aver appreso direttamente dall’anima del defunto apparso in sogno in cui chiedeva preghiere e suffragi per alleviare le sue sofferenze in Purgatorio. Il fedele in cambio, chiedeva una grazia o dei numeri da giocare al lotto, se la grazia veniva concessa il teschio veniva ringraziato con una sepoltura più degna: una scatola, una cassetta oppure una teca a seconda delle possibilità del fedele. I teschi non erano mai ricoperti con lapidi, perché dovevano essere lasciati liberi di comparire in sogno, creando così quel legame tra vivi e morti sempre presente nella città partenopea.
Negli anni sessanta il parroco della chiesa delle fontanelle, Don Vincenzo Scancamarra, preoccupato per l ‘ossessione sempre maggiore che il culto esercitava verso i fedeli, chiese consiglio al cardinale Corrado Ursi e il 29 luglio 1969 e con un decreto del tribunale ecclesiastico venne proibito il culto individuale delle capuzzelle, ritenuta una superstizione contraria alla dottrina cattolica, e consentendo una sola messa ogni 2 novembre in occasione del giorno della commemorazione dei morti. Questo divieto man mano fece scivolare il cimitero nel dimenticatoio, fu riaperto definitivamente nel 2010, in seguito ad un un’occupazione pacifica degli abitanti del Rione. Ci sono innumerevoli capuzzelle ma alcune secondo il folclore popolare hanno una vera e propria leggenda che li contraddistingue

LA LEGGENDA DEL CAPITANO:
Il teschio del capitano, a differenza degli altri teschi e posizionato in una teca di vetro. I napoletani considerano il “Capitano” un’anima pia perché si dice che, con le sue intercessioni nel mondo dei vivi, abbia aiutato moltissimi devoti.
Su questo leggendario teschio ci sono diverse leggende, ma la più famosa è sicuramente quella dei “due sposini”. La versione più acclamata di questa leggenda è quella che

TESCHIO DEL CAPITANO

narra di una giovane promessa sposa, che aveva un’autentica venerazione per il teschio del Capitano, per cui ogni giorno si recava al cimitero a fargli visita nonostante la disapprovazione del suo promesso sposo. Un giorno il giovane chiese di accompagnarla perché curioso di vedere con i suoi occhi il famigerato teschio e desideroso di sfatare quella credenza popolare. Una volta giunti nella cava, il giovane con spirito canzonatorio e irriverente infilò un bastone nella cavità dell’occhio del teschio, e scherzosamente lo invitò al suo matrimonio. Il giorno delle nozze arrivò e tra gli invitati apparve all’ improvviso un uomo sconosciuto in divisa da carabiniere.
Lo sposo, incuriosito da quella strana presenza si avvicinò e chiese al misterioso uomo di qualificarsi. L’uomo gli ripose che era stato proprio lui ad invitarlo al suo matrimonio, ricordandogli che in quell’ occasione si era anche divertito ad accecargli un occhio.
La leggenda narra che, a quel punto il Capitano aprì la giacca della sua divisa e invece del corpo di un uomo apparvero solo le ossa dello scheletro. Alla vista di quella scena i due novelli sposi, per il terribile spavento, morirono sul colpo.
Si dice che le ossa dei due sposi siano conservate ancora oggi nella prima stanza del Cimitero delle Fontanelle sotto la statua di Gaetano Barbati.
Di questa vicenda c’è anche un’altra versione piuttosto nota, narrata da Roberto De Simone.  In questa versione il giovane sposo è un camorrista, donnaiolo e spergiuro che aveva osato profanare il Cimitero delle Fontanelle facendo l’amore con una ragazza in quel luogo sacro,  e in quella circostanza si fece scherno del Capitano invitandolo ironicamente il giorno del suo matrimonio per battersi in duello convinto che non si sarebbe mai sposato. Il tempo passò e il giovane si dimenticò di quella sfida lanciata ad un teschio, giunse al giorno delle sue nozze. Durante il ricevimento apparve tra gli invitati uno strano personaggio vestito di nero, dall’ aspetto severo e taciturno tanto da destare la curiosità degli invitati. Alla fine del pranzo, gli fu chiesto di dichiarare la sua identità ed allora rispose di aver partecipato al matrimonio perché aveva un dono speciale per gli sposi, ma di volerlo consegnare a loro in privato.
Una volta recatosi con loro in un’altra stanza,il capitano mostrò la sua vera identità, il giovane si ricordò della sfida. Il misterioso uomo  in  un attimo allungò le mani verso i due sposi, e dal suo contatto infuocato i giovani morirono all’istante!

A’ CAPA CHE SUDA DONNA CONCETTA:
Donna Concetta era molto conosciuta nel quartiere Sanità, il suo unico desiderio era avere un bambino, si reco al Cimitero delle Fontanelle per chiedere la grazia ad un anima del purgatorio, si avvicinò ad un teschio senza nome e incomincio a recitare le preghiere, al termine di esse si avvicino al teschio e lo accarezzo delicatamente. Donna Concetta rimase incinta, nacque un bimbo sano e vivace, la donna corse subito al Cimitero delle Fontanelle per ringraziare il teschio, giunta lì noto che il cranio quella volta emanava

A’ CAPA CHE SUDA DONNA CONCETTA

una forte luce, mentre tutti gli altri teschi erano opachi e pieni di polvere. Donna Concetta adotto il teschio, che ancora oggi si trova nel Cimitero, ora il teschio è conservato all’ interno di una teca, e a differenza degli altri crani è sempre lucido, per i fedeli quell’ umidità sarebbe il sudore delle anime del purgatorio, sudore che viene emanato dalle fatiche e dalle sofferenze in cui sono sottoposte le anime.
Anche il cranio di Donna Concetta concede le grazie e per verificare che la grazia sia stata concessa basta toccare il suo cranio e verificare se la propria mano si bagna. Generalmente, il cranio di Donna Concetta era oggetto della devozione femminile per trovare marito oppure per avere una gravidanza.
Tra i tanti teschi venerati troviamo anche Fratello Pasquale che era la capuzzella che dava in sogno i numeri al lotto, e la Capa Rossa che appariva in sogno come un postino dai capelli rossi.
Il cimitero delle fontanelle tutt’oggi è ancora un concentrato di misticità, leggende, e riti che da sempre caratterizzano il popolo partenopeo.

 

 

 

CIMITERO DELLE FONTANELLE

 

 

 

 

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