CASTEL DELL’OVO E LE SUE LEGGENDE

Tra le mura del Castel Dell’ Ovo aleggia la leggenda del uovo di Virgilio, e di notte si udirebbero ancora le urla del Cavaliere con un braccio solo.

CASTEL DELL’ OVO

Fino a una buona metà del XVI secolo, Virgilio il mago era tenuto in considerazione più di un santo.
Molte leggende, si nascondevano dietro la figura di Virgilio.
Una delle leggende più importanti, è quella del Castell Dell’ Ovo. Virgilio celò un uovo in una caraffa racchiusa a sua volta in una gabbia di ferro”sottilissimamente lavorata” e che sospese la brocca a una trave di legno di quercia nelle fondamenta di Megaride:(che poi prese il nome di Castel Dell’Ovo). 


L’uovo, sarebbe stato ben occultato in una cameretta con due finestrelle, perchè entrasse un filo di luce, in un luogo sicuro e protetto da porte e serrature di ferro, in quanto nessuno lo poteva toccare e ne tanto meno guardare.
Altre versioni, riferiscono che l’uovo fosse tenuto senza altre protezioni in una semplice caraffa, quantunque murata in un luogo nascosto e inaccessibile della fortezza, la distruzione di questo uovo avrebbe significato la distruzione di Napoli, e il suo sprofondamento negli abissi marini, per questo era importante che nessuno lo sfiorasse .
La notte del 26 Luglio 1370 un terribile vento di libeccio entrava nel Golfo. Le onde furiose si spinsero fin sopra i bastoni del Castello, lo inondarono di spuma e l’acqua entrò in ogni anfratto e allagò le segrete. La terra tremò, la parte occidentale del Castel dell’ Ovo crollò con un boato che udi tutta la città. Nel frattempo, Ambrogio Visconti, un condottiero lombardo che era detenuto nelle carceri di Megaride, approfitto dell’oscurità,e della tormenta per cercare di fuggire. Le cronache dell’epoca raccontano che malauguratamente il prigioniero riusci ad evadere attraversando proprio la stanza dove era rinchiuso l’uovo di Virgilio, nel buio e nella fretta Visconti urto la gabbia appesa al soffitto facendola cascare. La caduta provocò il disastro, la spaccatura dell’uovo. Dopo la tempesta non si ebbe il tempo di contare i cocci e correre ai ripari che subito venne un altra tempesta. Il popolo infuriato e in angoscia, temeva il peggio voleva in tutti i modi conoscere le sorti dell’uovo virgiliano, e sapere se corrispondesse alla verità che un detenuto per fuggire lo avesse fatto cadere. Nulla riusciva a placare la gente infervorata fin quando la Regina Giovanna non si affaccio per rassicurare tutti. Garantì che Napoli non avrebbe subito altre calamita in quanto lei stessa aveva posto un altro uovo in un vasetto più bello e sottile nelle sue fondamenta e fece edificare il castello più forte di prima. Al termine dei lavori di ricostruzione la regina Giovanna fece apporre sopra l’arco di ingresso del castello un emblematica iscrizione in marmo, della quale non si sa più niente dal 1502 la frase in latino che vi era scritta sembrava un bisticcio di parole, che presumibilmente è parte di un antico rituale misterioso che doveva svolgersi nelle sale del sacro fortilizio di tufo
<<OVO MIRA NOVO SIC OVO NON TUBER OVO, DORICA CASTRA CLUENS TUTOR TEMERARE TIMETO».
La scritta,  ha sollecitato la curiosità dei studiosi che si sono cimentati in ardue e improbabili traduzioni. L’ultimo tentativo di interpretazione e quello del filosofo Renato de Falco, che dopo aver applicato alcune regole di enigmistica e aver inserito alcuni alcuni punti d’interpunzione mancanti, ha proposto la seguente lettura per certi versi ancora più misteriosa e adesso anche di minaccia
<<ovo novo ovo:sic, non culuens tuber, tutor ovo mira castra dorica, timeto timerare>> ovvero <<plaudo al novello uovo:così,non considerando(lo) un tubero, difendo con l’uovo i mirabili castelli dorici. temerai di violar(li)!>>
L’uovo di Virgilio, viene accompagnato da un altra leggenda, molti affermano di aver visto e sentito il cosiddetto fantasma del “cavaliere dal braccio spezzato”. La leggenda vuole che fosse un prigioniero rinchiuso in una delle celle della prigione, destinato a morire di fame e di inezia, senza contare che spesso le acque del mare lambivano i sotterranei costringendo molti prigionieri a morire annegati. Fu proprio questa terribile fine che toccò al Cavaliere in questione…annegò con il braccio incatenato al muro mentre l’acqua riempiva la cella. Secondo alcune testimonianze, il suo spirito vaga ancora per le sale del Castello, mentre altri avrebbero udito i suoi lamenti provenire insistentemente dai sotterranei. La sua voce, invocherebbe ripetutamente il braccio perduto in battaglia.

 

 

CARCERI DEL CASTEL DELL’ OVO

 

 

 

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Le immagini senza Watermark sono state reperite in internet

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2 Risposte

  1. BLAKE ha detto:

    Castel dell Ovo e a guardia del golfo di Napoli da oltre un millennio, baluardo tra la potenza del mare e quella del fuoco, acquattato sotto il vulcano alle sue spalle.

  2. Giorgia ha detto:

    nonostante napoli sia una città difficile, le bellezze che ospita sono memorabili ed innegabili.
    Quella del Castel dell’ Ovo è senza dubbio una tra le leggende napoletane per eccellenza ed ogni volta che mi addentro in questa storia scopro nuovi piccoli dettagli, che la rendono sempre più affascinante.

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