LA LEGGENDA DEL RAGÚ NAPOLETANO

Il Ragù napoletano è uno dei piatti più amati, non tutti conoscono l’antica leggenda napoletana che narra la nascita di questo piatto, scopriamola insieme.

RAGÚ NAPOLETANO

 

« ‘O rraù ca me piace a me

m’ ‘o ffaceva sulo mammà.

A che m’aggio spusato a te,

ne parlammo pè ne parlà.

Io nun songo difficultuso;

ma luvàmmel’ ‘a miezo st’uso

Sì, va buono: comme vuò tu.

Mò ce avéssem’ appiccecà?

Tu che dice? Chest’è rraù?

E io m’ ‘o mmagno pè m’ ‘o mangià…

M’ ‘a faje dicere ‘na parola?…

Chesta è carne c’ ‘a pummarola »

Questo è quello che scriveva Eduardo De Filippo nel 1959, su uno dei piatti più amati dai napoletani: ‘O rraù ossia il ragù.

L’etimologia della parola ragù deriva dal francese “ragout”, che indica un modo di cucinare la carne stufata con le verdure. Il sugo, è a base di pomodoro e carne macinata, il tutto deve essere cucinato per molte ore a fuoco basso, ecco perchè questa deliziosa pietanza è diventata un tipico piatto domenicale.

Non tutti conoscono l’antica leggenda napoletana che narra la nascita di questo piatto, nel 1300 per le strade partenopee passeggiavano la Compagnia dei Bianchi della Giustizia, essi avevano il triste compito di confortare i condannati a morte, e disporne i funerali e le messe di suffragio, nonché assistere le famiglie in lutto. Questa compagnia andava anche in giro per la città invocando “misericordia e pace”.

Un giorno i Bianchi giunsero al “Palazzo dell’Imperatore” a Via dei Tribunali, dove risiedeva un uomo scortese e crudele, che non accettò l’invito della compagnia a fare pace con i suoi nemici. Non cedette nemmeno quando il figlioletto di tre mesi, che si trovava in braccio alla balia sfilò le manine dalle fasce, e incrociandole al petto gridò per tre volte la frase “Misericordia e pace“.

Un giorno, sua moglie gli preparò un piatto di maccheroni,  secondo la leggenda,  la provvidenza cosparse il piatto di una salsa dello stesso colore del sangue, il testardo uomo meravigliato e commosso dal prodigio, si rappacificò con i suoi nemici e vestì il bianco saio della Compagnia.

La moglie grata preparò di nuovo i maccheroni, che divennero nuovamente rossi, quel delizioso cibo e quell’invitante profumo, conquistò l’uomo che decise di chiamare il piatto con il nome del suo bambino “Raù” che significa ragù in dialetto napoletano.

 

PALAZZO DELL’IMPERATORE

 

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Le immagini senza Watermark sono state reperite in internet

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