LA TOMBA DI DRACULA POTREBBE TROVARSI A NAPOLI

Nella chiesa di Santa Maria La Nova, secondo dei recenti studi si potrebbe trovare la tomba del famoso Dracula, ma come si è arrivati a questa ipotesi? Scopriamo insieme la storia del famigerato Vlad, e come si è arrivati a credere che il suo sepolcro si trovi a Napoli. 

Dracula

VLAD III DRACULA

 

Vlad III Dracula (2 novembre 1431 – dicembre 1476) nacque a Sighisoara, in Transilvania. Suo padre, Vlad II Dracul, faceva parte dell’ Ordine del Drago, che era un ordine religioso con lo scopo di proteggere gli interessi del Cattolicesimo e lottare contro i Turchi. L’ordine aveva un drago come simbolo.
Nell’inverno del 1436-1437, Vlad II divenne Principe di Valacchia (una delle tre province di Romania) e prese residenza nel Palazzo di Târgoviste, la Capitale della Valacchia. 


Vlad III segui’ suo padre, vivendo sei anni alla corte principesca. Nel 1442, per motivi diplomatici Vlad III ed il fratello minore Radu, furono dati in ostaggio al Sultano Murad II:
Vlad III rimase prigioniero in Turchia fino al 1448, mentre il fratello Radu vi rimase fino al 1462.
Questo periodo di prigionia probabilmente giocò un importante ruolo nel carattere di Vlad III. Pare che proprio in quel periodo Vlad III assunse una visione molto pessimista. Nel 1447 i Turchi lo liberarono, informandolo della morte del padre Vlad II Dracul per mano di Vladislav II, un altro pretendente al trono di Valacchia. A Vlad venne anche detto di come il suo fratello maggiore Mircea era stato torturato e, infine, bruciato vivo a Târgoviste.
Il 10 agosto del 1456, Vlad III appoggiato dalla cavalleria turca e da un contingente del Pascia’ Mustafa Hassan  riuscì ad uccidere Vladislav II, suo nemico (nonche assassino di suo padre) e si assicurò il trono di Valacchia.
Vlad III iniziò quindi il suo più lungo periodo (sei anni) alla testa del principato, nel quale commise buona parte degli atti che lo resero famoso, rendendogli la fama per cui e’ a tutt’oggi noto.
Nel 1463, Vlad Tepes Dracula, a Plenari (Transilvania), con un piccolo esercito privato, affrontò le orde ottomane che dilagavano nella penisola Balcanica, riuscì ad intrappolare una parte dell’esercito nemico (12.000 uomini) in una gola e a distruggere il contingente nemico. Non fece prigionieri, i sopravvissuti furono tutti impalati, salvo uno, che fu rimandato indietro, con una cesta contenente la testa del suo generale,  da tale episodio anche la leggenda del vampiro (in turco, dracula = il sanguinario).
Con il suo coraggio e la sua ferocia, impedì l’invasione del paese.
Vlad Tepes e’ l’eroe nazionale della Transilvania.
Il suo primo atto, una volta insediato sul trono di Valacchia, fu la vendetta verso i boiardi di Târgoviste per la morte di suo padre Vlad II Dracul e suo fratello Mircea:
Nella domenica di Pasqua del 1456, arrestò tutti i boiardi, fece impalare i più anziani e costrinse gli altri a marciare fino alla citta’ di Poenari. Durante questo terribile viaggio di cinquanta miglia molti morirono, ma ai sopravvissuti non fu concesso riposo fino alla destinazione. Quindi, Vlad III ordino’ loro di costruire una fortezza sulle rovine di un antico castello, sul fiume Arges. L’impresa causo’ la morte di parecchi boiardi, dando a Vlad III il destro per creare una nuova nobiltà in Valacchia, e di ottenere una fortezza per eventuali future situazioni di emergenza.
Vlad III continua ad essere ricordato per le sue brutali punizioni, come descritto dai suoi detrattori Sassoni di Transilvania. Prima ancora di essere ricordato come un guerriero senza paura, le gesta inumane di Dracula saranno per molto molto tempo il suo eco piu’ forte. Il suo metodo di tortura preferito era l’impalamento. Dracula non solo riadottò dai turchi questo atroce strumento di tortura, ma creò  una propria “arte di impalare“, egli invento’ un modo per impalare i ricchi, stendedoli più in alto di tutti o facendo ricoprire l’asta d’argento, inventò un modo per impalare i mercanti, con delle tacche incise sull’asta che avrebbero in qualche modo intralciato lo scivolamento del corpo verso la base dell’asta, aumentando cosi’ sia la durata della tortura che l’agonia, creò un metodo per impalare le donne incinte, i bambini, i ladri, i vecchi, i guerrieri nemici, gli ambasciatori del Sultano, i traditori .
Dracula fu sadico e spietato, invento’ le armi batteriologiche, o meglio, ordino’ agli appestati di travestirsi da guerrieri turchi e di entrare nella fila del nemico, espandendo cosi’ la malattia. Buttò carogne di animali e uomini nei corsi d’acqua, incendiò 

LA PRESUNTA TOMBA DI DRACULA AL MONASTERO DI SNAGOV DOVE PERÒ ALL’INTERNO SONO STATI RITROVATI SOLO RESTI ANIMALI

interi villaggi nell’intento di terrorizzare il nemico infondendogli l’orrore nel cuore.

Dopo la sua morte misteriosa (c’e’ chi dice sia stato ucciso dai suoi uomini perchè scambiato per un turco) sul campo di battaglia, molte sono le ipotesi su dove sia finita la sua salma.
Vlad III di Valacchia morì in circostanze ancora da chiarire, una delle cose certe e che venne ucciso in guerra durante lo scontro con Basarab III Laiotă cel Bătrân: ancora non si sa se per un tradimento o per un’imboscata da parte del nemico.
La testa di Vlad, recisa dal corpo, venne portata a Costantinopoli come un trofeo e il suo corpo venne sepolto senza cerimonie dal suo rivale, Basarab Laiota, forse a Comana, un monastero fondato da Vlad nel 1461. Il monastero di Comana venne demolito e ricostruito ex novo nel 1589. A partire dal XIX secolo, gli storici rumeni hanno iniziato a dire, senza però averne una prova documentata, che Vlad Țepeș venne sepolto nella chiesa dell’Assunzione del monastero di Snagov sull’isola di Snagov. La maggior parte degli storici romeni, oggi pensa che il vero luogo di sepoltura di Vlad Țepeș fosse il monastero di Comana. Fin dal XIX secolo, i monaci di Snagov mostravano ai visitatori una pietra tombale, incastrata nel pavimento della chiesa, la cui iscrizione era completamente cancellata. Durante gli scavi archeologici effettuati nella chiesa di Snagov nel biennio 1932-1933, la tomba sotto alla lastra venne trovata vuota, eccezion fatta per alcune ossa di animali, l’assenza di resti umani incuriosì gli archeologici che decisero di compiere altri scavi nella chiesa. I direttori degli scavi, l’archeologo Dinu V.

Rosetti e lo storico George D. Florescu, trovarono, vicino all’ingresso principale della chiesa, una seconda tomba, al cui interno vi era una bara rivestita con un tessuto color porpora dalle cuciture dorate. Il corpo del defunto venne riconosciuto come di sesso maschile, vestito con un abito di velluto color rosso o porpora, di taglio occidentale, chiuso con grossi bottoni di filo d’argento dorato, stretto in vita con una cintura di placche d’argento a losanga. Il volto della salma, era coperto da un drappo di seta e da una manica, pendeva un anello femminile. Un diadema d’oro da torneo,

CHIESA DI SANTA MARIA LA NOVA

decorato con piccole sfere di ceramica alternante a gancetti d’oro che trattenevano un turchese, era posato vicino alle mani. Insieme ad esso, venne rinvenuto anche un anello con un turchese incastonato; sul turchese era scolpita una creatura. forse un drago. A contatto con l’aria il corpo si decompose in pochi minuti, prima che gli archeologi potessero vederne il volto o scattare una foto. Rosetti e il suo collega Florescu erano convinti che il corpo da loro scoperto fosse effettivamente quello di Vlad l’Impalatore. Il fatto che il cadavere avesse ancora la testa poneva però un problema: sappiamo infatti che la testa di Vlad era stata tagliata e portata a Costantinopoli. Alcuni pensarono si trattasse di Vlad II Dracul, padre dell’Impalatore, e a supportare tali ipotesi fornirono la presenza dell’anello con il drago simbolo dell’Ordine del Dragodi cui Vlad II faceva parte. A parte i bottoni e qualche frammento di tessuto, gli oggetti trovati nella tomba scomparvero tutti dal Museo Municipale di Bucarest nel quale erano stati portati per ulteriori esami.
Verso la fine del 1400 a Napoli arrivò una bambina di sette anni Zaleska di Valacchia, figlia illegittima di Vlad III di Valacchia, noto a tutti come Dracula. Fu lo stesso Re di Napoli Alfonso D’ Aragona, a portarla tornando dalla guerra contro i turchi.
La bimba a Napoli, prese il nome di Maria Balsa, di lei a corte non si sapeva molto solo che fosse l’erede di un importante trono. Arrivata in età da marito, il Re 

Alfonso la concede al nipote primogenito Giacomo Alfonso Ferillo, Conte di Muro Lucano e Signore di Acerenza che la porterà, poi, nei suoi possedimenti.
Ma torniamo ai nostri giorni, l’avvocato Raffaele Glinni studioso di storia, e il fratello Giandomernico  ricercatore a Tallinn in Estonia , iniziarono a fare una ricerca per stabilire a quale famiglia apparteneva un quadro di Leonardo Da Vinci, nella ricerca si imbatté nella famiglia Ferillo-Balsa, notando una strana scarsità di informazione della moglie del Signore di Acenza, e iniziando a volerne sapere di più scoprono che la signora Balsa in realtà è Zaleska di Valacchia la figlia di Dracula. Continuando la ricerca si scoprì che la tomba di Maria si trova nella Chiesa di Santa Maria La Nova. 

PRESUNTA TOMBA DI DRACULA NELLA CHIESA DI SANTA MARIA LA NOVA


I due studiosi, azzardano l’ipotesi che in realtà la tomba di Dracula potrebbe trovarsi a Napoli. Forse il Conte Dracula non mori in battaglia ma venne fatto prigioniero dai Turchi e la figlia Maria riscattò il papà prigioniero e lo porto in Italia, e alla sua morte lo fece seppellire a Napoli.
Inizia così una vera caccia alla tomba.
La svolta è giunta negli ultimi mesi, quasi per caso. Una studentessa napoletana, per la sua tesi di laurea si inoltra nel chiostro di Santa Maria La Nova, scatta una foto che le sembra «strana», decide di andare a fondo, e coinvolge via mail gli studiosi, anche quelli estoni, che guardano l’immagine e restano sconvolti. Dopo aver cercato a lungo quella traccia, eccola arrivare per mano di una giovane che sta realizzando una tesi di laurea: secondo gli studiosi è la conferma delll’ipotesi.
Ma perché tante certezze? Il marmo, che appartiene alla tomba di Ferrillo, il «genero» di Dracula, è denso di riferimenti che non apparterrebbero alle spoglie dell’uomo che dovrebbe essere lì dentro. E qui la realtà diventa romanzo, almeno finché la scienza non dirà che è tutto vero: «Guardate i bassorilievi – spiega raggiante Glinni – la rappresentazione è lampante. 
Ricordate che il conte si chiamava Dracula Tepes: vedete che qui c’è la rappresentazione di un drago, Dracula appunto, e ci sono due simboli di matrice egizia mai visti su una tomba europea. Si tratta di due sfingi contrapposte che rappresentano il nome della città di Tebe che gli egiziani chiamavano Tepes. In quei simboli c’è ”scrittoDracula Tepes”, il nome del conte. C’è bisogno di altre conferme?».
Forse sì, ce n’è bisogno. Manca solo il colpo di scena finale, e forse tra poco arriverà è stata inoltrata una richiesta al Ministero dei Beni Culturali per richiedere di aprire la tomba e arrivare, finalmente, alla parola…FINE!

PRESUNTA TOMBA DI DRACULA NELLA CHIESA DI SANTA MARIA LA NOVA

 

 

 

 

 

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Le immagini senza Watermark sono state reperite in internet

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