PIETRO BARLIARIO IL MAGO DI SALERNO

Pietro Barliario era considerato un alchimista, un vero mago, infatti gli si attribuivano diversi poteri soprannaturali. Intorno alla sua figura aleggiano numerose leggende.

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MONASTERO DI SAN BENEDETTO

 

Nel XII Pietro Barliario era considerato un alchimista, un vero mago, infatti gli si attribuivano diversi poteri soprannaturali. La conoscenza della chimica, fecero credere a tutte le persone che lo conoscevano che i suoi esperimenti erano interventi del demonio. Per questo, si vocifera che il Diavolo fu invocato dal mago per costruire in una sola notte gli Archi di Via Velia, che poi in realtà non sono altro che i resti di un antico acquedotto medievale, da lì il nome Archi del Diavolo.
Questa leggenda si è tramandata fino ai giorni nostri, e venne rafforzata dal fatto che durante la seconda guerra mondiale, nonostante i vari e numerosi bombardamenti ai quali fu sottoposta la città per diversi mesi, e i terremoti accorsi nel corso degli anni, gli Archi non hanno mai dato segno di cedimento (a parte la decisione del Comune di “tagliarne” via un pezzo per realizzarvi una strada).

ARCHI DI VIA VELIA


Nel 1260, il Re Manfredi decise di far costruire il porto, era un lavoro gravoso e temerario per le correnti che si trovano nel Golfo. Decise di affidarsi a Barliario. Prima di cominciare i lavori, furono uccisi tutti i galli della città, perché si diceva ritenuti capaci di scacciare tutti gli spiriti maligni con il canto. Il timore, infatti, era che avrebbero potuto far fuggire i demoni che avrebbero dovuto eseguire l’opera. Solo un galletto si salvò, mentre il lavoro dei Diavoli procedeva a pieno ritmo, il gallo cantò e i demoni scomparvero, lasciando il lavoro incompleto. Ecco la probabile ragione per la quale il porto non è mai stato integro e funzionante e perché sia così difficile aggiungervi i pezzi mancanti.
Accadde poi che un giorno due suoi nipoti si introdussero nel laboratorio, lasciato incautamente incustodito, ed entrati in possesso di un libro di magia nera  chiamato Libro del Comando, morirono di paura nell’ osservare le figure diaboliche dipinte al suo interno. Plausibile, pensare che vennero a contatto con qualche sostanza chimica di cui restarono vittime. Barliario fu accecato da un dolore incredibile, misto ad una buona dose di senso di colpa, si recò al Monastero di San Benedetto per chiedere perdono a Dio, rimanendo steso davanti al crocifisso per tre giorni e tre notti, in attesa di un segno.
Mentre fuori infuriava la tempesta, il segno tanto invocato arrivò: la testa del Cristo si piegò miracolosamente verso di lui ed aprì gli occhi. Il mago Barliario abbandonò per sempre la magia e gli esperimenti alchemici, morendo nel 1149 all’età di 93 anni. Questo fenomeno ha lasciato una traccia indelebile nelle tradizioni popolari e religiose di Salerno. Il Cristo è tutt’ora conservato nel Museo della Cattedrale.

 

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CROCIFISSO CONSERVATO ALL’ INTERNO DEL MONASTERO DI SAN BENEDETTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fonte immagini: Internet

 

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