SAN CATELLO LE LEGGENDE DEL PROTETTORE DI CASTELLAMMARE
San Catello è il protettore di Castellammare di Stabia, al santo sono legate numerose leggende.
San Catello è il protettore di Castellammare di Stabia, visse tra il VI e il VII secolo, della sua storia si conosce ben poco.
Catello amava la tranquillità del Monte Faito, vi si recava con Sant’Antonino ogni volta che aveva bisogno di isolarsi per pregare e meditare, entrambi erano particolarmente devoti all’Arcangelo Michele, che una notte apparve in sogno ai due santi, ordinando loro di costruire un tempio in cima all’altura dove si vedeva ardere un grosso cero, oggi il tempio è totalmente ricostruito, ed è conosciuto da tutti come il Santuario di San Michele Arcangelo al Monte Faito.
Catello, venne accusato da alcuni cittadini di aver abbandonato i suoi fedeli, per cercare una vita eremitica, a causa di queste accuse venne incarcerato a Roma, dove ci rimase finché il nuovo Papa Gregorio Magno, a cui aveva predetto il pontificato, lo rilasciò.
Catello fece ritorno a Napoli, non si conosce l’anno preciso della sua morte, le sue reliquie sono conservate nella Cattedrale di Santissima Maria Assunta e San Catello di Castellammare di Stabia, nella chiesa di Scanzano e in quella dei Servi di Maria a Sorrento.
Nella chiesa del Gesù, fino al XVIII secolo, si trovava il cranio dal
quale fuoriesce un particolare odore detto “Manna di San Catello”, oggi il cranio è custodito a Itri.
Una celebre leggenda, narra che durante l’invasione turca a Sorrento, la popolazione si rifugiò sul Monte Faito per chiedere una grazia all’arcangelo, mentre erano tutti intenti a pregare, dalla statua di San Michele iniziarono a sgorgare delle gocce di sudore.
Un altra leggenda, racconta che a causa di una lunga e terribile siccità ci fu un tremendo periodo di carestia, il popolo di Castellammare pregò davanti alla statua di San Catello, affinché risparmiasse a loro tutte le sofferenze, che la carestia stava arrecando agli altri popoli dei paesi Vesuviani.
Nel mese di Giugno, un vecchietto con una lunga barba si avvicinò a una nave che trasportava grano, il vecchietto riuscì a convincere in capitano della nave ad andare a Castellammare a vendere il suo grano, in pegno il vecchietto donò al capitano un anello con un diamante che portava al dito.
Il capitano della nave acconsentì, una volta giunto a Castellammare vendette tutto il grano, l’uomo grado dei buoni affari, voleva ringraziare il vecchietto e iniziò a descriverlo agli abitanti di Castellammare, il popolo capì che il vecchietto poteva essere il loro santo protettore. Portarono il capitano davanti alla statua di San
Catello, e lui meravigliato si inginocchiò dinanzi alla statua esclamando “E’ proprio lui! E’ il venerando vecchio dalla barba, che mi venne incontro sul mare e mi convinse a portare il grano qui!”, in effetti dalla statua del santo, il popolo di Castellammare si accorse che mancava l’anello col diamante, lo steso anello che quel vecchietto aveva donato al capitano, per assicurarsi che il carico di grano arrivasse per sfamare la sua amata popolazione.
Il popolo di Castellammare è molto devoto al loro santo patrono,
anche gli operai dei cantieri navali ne sono molto devoti, quando sta per essere varata una nave viene posta un’immagine del santo sul suo scafo. Inoltre, secondo tradizione, i marinai che passano nei pressi dello scoglio di Rovigliano, devono recitare alcune preghiere per evitare il naufragio.
Le processioni per San Catello avvengono due volte l’anno:
Il 19 Gennaio, la statua del santo patrono di Castellammare viene prelevata dall’altare della cappella di San Catello nella Cattedrale di Maria Santissima Assunta, e viene portata per le vie della città.
La seconda domenica di Maggio, la festa dura 4- 5 giorni, anche in questa giornata la statua del patrono viene portata per tutta la città, e si alternano momenti musicali a quelli culturali, la festa viene conclusa con un meraviglioso spettacolo pirotecnico.
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Fonte immagini: Internet