VIRGILIO UN PERSONAGGIO TRA STORIA E LEGGENDA

La storia e la leggenda di Virgilio, uno dei personaggi più misteriosi ed enigmatici di tutti i secoli.

Tomba di Virgilio

TOMBA DI VIRGILIO

Virgilio era un poeta mantovano, considerato tra i maggiori letterati di tutti i tempi, a Napoli aveva trovato dei misteriosi manoscritti che gli diedero la fama di mago. Ma cosa erano i Libri Magici di Virgilio e cosa contenevano di così sbalorditivo?
Nel 30 Virgilio si trasferì a Napoli, e fu proprio in questa città, sulla tranquilla e verde collina di Posillipo, che decise di stabilirsi per il resto della sua vita, preferendola alla sfarzosa Roma. Virgilio infatti non amava molto frequentare le feste e i luoghi pubblici, ma era un uomo piuttosto timido e riservato che non amava discorrere in pubblico: preferiva di gran lunga la natura, e la tranquillità della sua amata collina e dei Campi Flegrei. Ed è qui, che il grande poeta scrisse le Georgiche, un lavoro durato ben sette anni a causa del suo elevato senso di perfezionismo e minuziosità. Oltre a questo capolavoro ci furono anche le Bucoliche, che riscossero un enorme successo, e infine l’Eneide, scritto in undici anni ma mai più corretto perché il poeta morì prima che ciò avvenisse all’età di 52 anni:


Virgilio decise di farle un viaggio in Grecia ed Asia Minore, ma a causa di un’insolazione si sentì male. Durante il viaggio di ritorno la sua salute peggiorò, ed arrivato a Brindisi morì. Sapendo di non riuscire a portare a termine la sua opera,  chiese che non venisse mai pubblicata, anzi che venisse bruciata, ma i suoi amici non ebbero il coraggio di farlo.
Nei suoi anni trascorsi a Napoli, la fama di Virgilio come mago e protettore della città crebbe fino a farlo apparire come una divinità benefattrice: la tradizione vuole che oltre ad essere un medico taumaturgo, curando la gente con i suoi poteri magici e che avesse compiuto dei veri e propri prodigi per la città di Napoli e di tutto il territorio dei Campi Flegrei.
Il folclore popolare, ritiene che fu Virgilio, a costruire un cavallo di metallo che aveva il potere di guarire con lo sguardo le ferite dei cavalieri, e a posizionare due teste di marmo su entrambi i lati dell’odierna Porta Nolana, una con il volto triste e l’altra allegro e a coloro chi vi passavano sotto e guardavano una delle due teste, il destino donava

VIRGILIO

loro auspici in base alla testa che aveva guardato.
Ma non furono solo questi, i prodigi compiuti dal mago poeta,  a lui vengono attribuite:
la costruzione delle fogne, e la costruzione delle cinta murarie della città, o di aver fabbricato una mosca d’oro o di bronzo secondo alcuni, allo scopo di purificare l’aria dagli insetti, oppure di una sanguisuga d’oro per purificare le acque infestate proprio da questi parassiti.
Tante altre cose ancora, secondo la tradizione, Virgilio creò per Napoli, come piantare un orto di erbe medicamentose sul Monte Vergine, o un pesce di pietra che gettato in mare avrebbe favorito la pesca, o eliminato i serpenti dalle strade della città costruendo strade lastricate e inserendovi nelle pietre il suo sigillo e molto altro ancora.


Grazie alle sue virtù terapeutiche, si racconta che Virgilio riuscì ad individuare nelle acque termali dei bagni di Baia, le diverse proprietà terapeutiche di ogni fonte. Esiste una zona detta “Bagni Virgiliani”, dove si racconta che il poeta fece costruire vicino ad ogni fonte una statua, e mise delle iscrizioni che indicavano il tipo di malattia da curare in ogni particolare acqua. Grazie a tutto questo la voce si diffuse tra il popolo, e la gente che andava a curarsi ai bagni termali dell’area Flegrea aumentò sempre di più, tanto da causare la rabbia e l’invidia della classe medica della allora Scuola di Salerno. Questo spinse un gruppo di furenti medici, a recarsi ai bagni di Baia e a distruggere le statue e le iscrizioni che indicavano le varie fonti. Con questo ignobile gesto, a farne le spese furono certamente i poveri cittadini malati, che non riuscirono più a riconoscere le acque e a curarsi come dovevano. Purtroppo, dopo questo atto tutto andò perduto e dimenticato, ma la tradizione popolare racconta che, forse per volere divino, i medici furono puniti sulla via del ritorno. Si racconta che, durante il viaggio di ritorno, la nave fu sorpresa da una spaventosa tempesta che la distrusse, facendo annegare tutto l’equipaggio tranne uno che raccontò tutta la vicenda. Ritornando ai prodigi che compì Virgilio e alla città di Napoli, si ritiene che egli scavò in una sola notte con l’aiuto della magia la Grotta di Pozzuoli conosciuta come “Crypta Neapolitana”, un’enorme galleria che collega Napoli a Fuorigrotta per facilitare il viaggio fino Pozzuoli;
Quando morì, i suoi resti furono riposti nel sepolcro collocato accanto all’antica Crypta Neapolitana, in cima ad un piccolo monte, e il Libro Magico adagiato sotto la sua testa, racchiuso in un cofanetto di rame, similmente come era stato trovato nella tomba del Principe Centauro. Ancora oggi, la tomba dalla particolare forma di cono, si può

L’EPIGRAFE POSTA SULLA TOMBA DI VIRGILIO

ammirare ed essere visitata su questa collina trasformata in area protetta e attrezzata per i turisti, con il nome di Parco Virgiliano; nei pressi del sepolcro fu applicata la celebre l’epigrafe scritta da Virgilio stesso: “Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope, cecini pasqua, rura, duces.“… (Mantova mi generò, la Calabria mi rapì, ora mi custodisce Partenope. Cantai i pascoli, le campagne, i duci).
Si dice che un tempo esisteva un albero di alloro cresciuto sopra il sepolcro, e che prosperava grazie alle energie magiche del corpo del poeta; questo albero aveva così acquisito le stesse capacità magiche e terapeutiche. La gente che si recava a venerare il mausoleo prendeva dall’albero una foglia la quale masticandola donava energia vitale. Nel XII secolo, durante la dominazione normanna un non identificato medico inglese si recò a Napoli chiedendo al re Ruggiero il Normanno il permesso di aprire il sepolcro di Virgilio per poter prendere il libro e studiare ciò che era dentro conservato. Il re diede il permesso al medico di poter prelevare tutto quello che voleva dato che non tollerava il culto virgiliano, e diede l’ordine alle sue guardie di consegnare tutto al medico, il quale impassibile come chi sapeva già cosa stesse cercando, prelevò lo scrigno di rame sotto il capo di Virgilio dove erano ancora custoditi i Libri Magici e tutte le formule contenute dentro. Quando si seppe della notizia, il popolo insorse furioso in massa e si rivoltò contro questo orribile sacrilegio, scagliandosi urlando contro le guardie del re, ma purtroppo ormai non c’era più rimedio all’avvenuta profanazione, e del misterioso “medico” non se ne seppe più nulla. I napoletani impauriti anche perché tutta la vicenda avrebbe portato sventure alla città, raccolsero le ossa in un sacco e le trasferirono al Castello dell’Ovo deponendole dietro una grata. Tempo dopo però l’infame re diede ordine di murare per sempre quelle ossa per impedire ai cittadini di portare avanti il loro amato culto. Riguardo la sorte del libro si dice che questo sia custodito nelle Biblioteche Vaticane finito nelle mani dell’allora Papa di Roma.

 

Tomba Virgilio

TOMBA DI VIRGILIO

 

 

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Fonte immagini: Internet

 

 

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