LA LEGGENDA DEL FIUME SCOMPARSO: IL SEBETO

Chiunque passeggiando per Via Caracciolo ha potuto notare la bellissima fontana del Sebeto, ma non tutti ne conoscono l’origine.

 Fontana del Sebeto

FONTANA DEL SEBETO

 

Sebeto, era il nome del fiume che bagnava l’antica Neapolis, nasceva dalle sorgenti della Bolla situate alle falde del Monte Somma, durante il suo percorso il fiume si arricchiva di acque piovane prima di sfociare nel golfo di Napoli. Il fiume sembra che si divideva in due rami, uno finiva sotto la collina di Pizzofalcone e l’altro sfociava in mare,  nei pressi dell’isolotto Megaride, fino a quando i dissesti idrogeologici e le numerose trasformazioni urbane non lo hanno prima ridimensionato e poi letteralmente sepolto.
Attualmente, le sue tracce sono visibili solo in pochi punti della città.

Anche su questo fiume e sulla sua nascita, ci sono varie leggende, in particolare due.
Sulla spiaggia Vesevo e Sebeto si incontravano, il primo sputando torrenti di fuoco, l’altro frantumando sassi e trascinandoli in mare. Quando sfiniti dalla battaglia, i due giganti si riposavano, fioriva la vita su quello che era stato il loro campo di battaglia.  Nell’ alternarsi di queste fasi giunsero allora i primi coloni.

Questi primi abitanti, onoravano e rispettavano le due divinità , vivendo come spettatori delle loro lotte per conquistare la bellissima ninfa Leucopetra, figlia di Nettuno. Solo

LA LEGGENDA DEL SEBETO

con il passare dei secoli, a seguito dell’interramento di Sebeto, e del lungo silenzio di Vesevo, la memoria della loro forte presenza andò scomparendo.

Un altra leggenda, forse quella più romantica di tutte, narra che Sebeto era un ricco signore, abitava in un bellissimo palazzo fatto di marmo in una campagna dei dintorni di Napoli, era innamorato di sua moglie Megara, un sentimento ricambiato perchè anche la donna amava suo marito più di ogni altra cosa al mondo.
Un giorno, Megara volle andare a fare un giro in barca a vela per il golfo di Napoli.
Verso la riva Platamonia arrivò una tempesta, purtroppo i marinai non riuscirono a governare la barca, Megara mori annegata, la leggenda narra che al contatto con la schiuma del mare divenne un bellissimo scoglio.
Dopo la morte della sua amata Sebeto soffrì molto, non faceva altro che piangere e disperarsi per la perdita della sua amata, pianse talmente tanto che diventò acqua, per gettarsi a mare e correre dove la sua amata era morta.

Questa è la storia del fiume di Napoli (il Sebeto, appunto) e del bellissimo scoglio di Megara.
Attualmente una delle poche cose che ci ricorda questo fiume, è la Fontana del Sebeto collocata a Via Caracciolo, essa è poggiata su uno zoccolo di piperno, al centro un arco sorretto da colonne dove appoggiati troviamo due tritoni con in schiena degli otri, era proprio da questi che l’acqua sgorgava tuffandosi nelle vaschette sottostanti a forma di conchiglia. Al centro dell’arco troviamo la statua del Sebeto, dall’aspetto imponente. Mentre ai lati della fontana troviamo due obelischi, in alto sono invece posti gli stemmi del re, della città e del viceré.

 

 Fontana del Sebeto

FONTANA DEL SEBETO

 

 

 

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Fonte immagini: Internet

 

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