BRANDI: UNA PIZZERIA MISTERIOSA

Tutti conoscono la Pizzeria Brandi, ma no tutti conoscono cosa si cela dietro questa pizzeria.

Pizzeria Brandi

PIZZERIA BRANDI

 

Nel 1780  a Salita S. Anna di Palazzo, nei pressi di Piazza del Plebiscito, venne fondata una pizzeria chiamata “Pietro…e basta così” di Pietro Colicchio. Le sue pizze, erano molto gradite ai napoletani e ben presto furono apprezzate per tutta la città.

Pietro, non avendo ne fratelli e ne figli alla sua morte cedette la pizzeria a Enrico Brandi, che la passò in mano a sua figlia Maria Giovanna Brandi e a suo marito Raffaele Esposito.

Nel 1889 Raffaele Esposito, diventato sia il proprietario che il pizzaiolo di quella pizzeria, fu invitato insieme alla moglie Maria Giovanna al Palazzo Reale dove gli fu chiesto di confezionare per sua Maestà la Regina Margherita una nuova pizza a cui lui diede il nome di “Pizza alla Margherita”.

Negli anni 70, poiché gli eredi di Maria Giovanna Brandi non intendevano proseguire l’attività di famiglia, la pizzeria passo di proprietà a un loro pizzaiolo Vincenzo Pagnani, che ha continuato a tenere alto il nome della pizzeria, conosciuta ormai in tutto il mondo.

La storia della Pizzeria Brandi un po’ tutti la conoscono per averla letta o ascoltata, ma Vincenzo Pagnani ha ancora altro da raccontare, qualcosa di più misterioso, qualcosa che non tutti

PIZZERIA BRANDI

conoscono.

Questo – racconta – è stato sempre un locale protagonista di stranezze e avvenimenti vari. Un locale antichissimo, datato 1780. A quei tempi accadevano tante cose. Negli anni passati, tutto il coro

del Teatro San Carlo frequentava questo locale. Ricordo ancora un episodio avvenuto durante gli anni ’50. Alcuni clienti scesero giù, in

cantina, per recarsi alla toilette, laggiù è tutto un labirinto. Una signora di Trieste, tale Ferrara, disse di aver visto la Bella ‘Mbriana. Si diffuse una tale voce per il San Carlo, che una lunga fila di persone accorse per vedere il posto dove la Ferrara disse di aver visto questa bella signora. Personalmente non l’ho mai vista, ma a volte ho sentito dei rumori, aperture di porte. Mio zio, Pasquale Brandi, mi raccontò tante altre situazioni avvenute in questo posto, costruito in un palazzo vecchio di circa seicento anni.
Nelle salette di sopra, per esempio, nel 1925-26 circa, si suicidò un uomo che voleva somigliare a Mussolini, scrisse di volersi uccidere in quanto non poteva essere come lui. Raccontò anche, se è per questo, episodi raccapriccianti inerenti teschi di morte, pugnali, scene di violenza risalenti al periodo dei movimenti carbonari. Era particolarmente predisposto a tali cose, tramandandole poi a me. La storia di queste mura, infatti, la conosco più io di chiunque altro.
C’è poi un episodio personale, un episodio di vita, che nulla c’entra comunque con la Bella ‘Mbriana. Io ho un problema grande, una grave patologia per cui dovrei subire un trapianto e non posso averlo perché ho il diabete. Con la forza del cuore ho lavorato finora al 25%. Sono molto devoto alla Madonna del Carmine. Quando si entra nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Piazza Mercato, vi è un Cristo bellissimo. Un giorno lo pregai chiedendogli di abbracciarmi. Mi abbracciò.
Per il momento ho rinunciato al trapianto, non ho più affanno, non sento più l’angoscia, la crisi di prima. Sarà stato quell’abbraccio a Gesù…Tornando alla Bella ‘Mbriana, qui dentro esiste qualcosa, anche se io non l’ho mai vista. Arriva sempre un attimo prima degli altri, prevede i pericoli, ma se qualcuno la fa arrabbiare guai a lui! Il suo nome è Chiara. La chiamai così dopo che trovai, per terra, un biglietto su cui vi era scritto proprio tale nome

 

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Fonte immagini: Internet

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